lunedì 9 novembre 2009

Anche la città era bellissima - Vol. I

Rue du Temple

C’era sempre odore di urina varcata la porta di casa, la mattina ti accoglieva come uno schiaffo a mano piena, il buongiorno di un quartiere che viveva di notte.

Ma scese quelle scale di legno e attraversato quell’andito buio e dal pavimento infossato, varcare quella porta faceva raddrizzare un po’ la schiena incurvata dalle poche ore di sonno, regalava energie che non pensavi di avere, eri a Parigi per Dio!

Il nostro portone nero, i marciapiedi stretti ed il negozio sadomaso sotto casa, il vicinato era vecchio, non era bello ma affascinante nel suo essere via di passaggio di giorno e luogo di incontro la notte.
C’erano alcune belle pasticcerie ormai diventate nostre, molti bar, c’era l’amato museo di arte moderna, c‘era un piccolo variopinto negozietto pieno di libri per bambini, piccoli giochi, matite colorate ed oggetti da collezione, dei bellissimi robot a molla.

Il padrone era un simpatico ragazzo sui trent’anni con un bellissimo sorriso e dall’inglese incerto, sicuramente più affidabile del mio.
Avrei comprato mezzo negozio, ma mi sono limitato ad un topo bianco, una matita gialla ed una trottola arcobaleno, appuntandomi all’uscita una frase scritta su di un foglio di carta attaccato alla vetrina: “if you begin incertainty, you end in doubt”.

Il quartiere è il più vecchio di Parigi, il Marais e la zona della nostra casa rifletteva tutti i suoi anni con i già citati vicoli stretti e le case che sanno di muffa al solo guardarle.
Ed forse per questo ancora più strano respirare la notte proprio in questo spazio di passato, un aria di libertà, con i bar che smettono di fare cappuccini e si colorano di viola per far da sfondo a incontri particolari, cui devo ammettere non siamo abituati venendo dal nostro piccolo mondo chiuso di qualche migliaio di anime perbeniste, ma passato l’attimo di straniamento iniziale quasi non ci si fa più caso e diventa quasi divertente rispondere a saluti improvvisati.

Il quartiere non iniziava né finiva con quella lunga via dritta e nella miriade di vicoletti che su di essa si affacciavano, avevamo da un lato la zona più turistica del museo d’arte moderna e più commerciale del forum des halles (forse già all’inizio di un'altra zona a dire il vero) e sull’altro lato rispetto a noi la bellissima place des vosges, la prima piazza reale di Parigi circondata da 4 lati di edifici antichi dai tetti azzurro scuro, forse nero, identici l’un l’altro, i cui portici ospitano oggi gallerie d’arte ed al cui centro è situato un piccolo parco dove coricarsi a leggere un libro, giocare o semplicemente riposarsi dopo una giornata in cammino come la nostra.

Non la via più bella o importante del quartiere o di tutta Parigi insomma, ma è una delle vie che probabilmente non scorderemo, perché è proprio quella via che ogni mattina ci accompagnava alla scoperta di una nuova faccia di Parigi con la sua passeggiata di 5 minuti, sino ad arrivare alla grande piazza dell’hotel de ville da cui si aprivano a noi innumerevoli altri orizzonti cittadini, quali il fiume con la sua diversa vita da mattina a sera, o attraversando quest’ultimo l’isola di Notre Dame e poi ancora poco più in là il quartiere latino.
Ma questa è un'altra storia.